11 Luglio 2023 - Redazione

Lettera di una precaria della scuola pubblica italiana

Officine Civiche ha tra i suoi pilastri l’educazione popolare. Attraverso la scuola popolare “Dopolis” ragazze e ragazzi di Ciampino si incontrano durante la settimana con un obiettivo comune: dare una risposta reale e dal basso alle problematiche che riguardano la dispersione scolastica ma più in generale l’esclusione sociale. L’educazione popolare vuol dire realizzare processi educativi volti alla trasformazione della realtà attraverso il sapere acquisito nelle aule scolastiche. Il maestro Paulo Freire e tutta la pedagogia critica ci insegnano che l’educazione è strettamente collegata con la realtà e con la dimensione sociale della scuola. Tutta la comunità di Officine Civiche si interroga continuamente sulla scuola e sulle sue dinamiche interne ponendosi essenzialmente una domanda: la scuola è libera, aperta, democratica oppure riproduce le dinamiche capitaliste e oppressive presenti nella società moderna? Non vogliamo arrivare al pensiero di Ivan Illich, illustre pedagogo del ‘900, che teorizzava addirittura la “descolarizzazione della società” e quindi l’eliminazione della scuola dalla società, ma crediamo in una istituzione scolastica che metta al centro la persona intesa libera di  produrre conoscenza, conformarla al proprio gusto e servirsene con gli altri e per gli altri.

In questo senso riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra compagna, Silvia Razzani, che è stata in prima persona impegnata, durante il periodo dell’emergenza Covid, come personale ATA nelle scuole per il supporto all’organico già presente per mettere in atto tutte le misure di prevenzione alla diffusione del virus previste dal Ministero della Salute nelle scuole di ogni ordine e grado. Terminata l’emergenza, l’organico aggiuntivo non è stato rinnovato. Come Scuola Popolare e come tutta Officine Civiche APS abbiamo sempre rivendicato l’importanza del tempo pieno e delle “Scuole Aperte di pomeriggio”. Le scuole devono essere non solo luoghi per l’apprendimento ma anche sede di progettualità specifiche che siano da stimolo agli studenti e alle studentesse come uno sguardo sul mondo. La nostra idea è che l’orario di apertura delle scuole sia ampio: dalla mattina presto al tardo pomeriggio. In particolare ci sembra necessario che il pomeriggio possano esistere progettualità specifiche su temi rilevanti (laboratori tematici, doposcuola scolastico, corsi artistici, musicali ecc..). Per svolgere questo importante ruolo, le istituzioni competenti debbono favorire lo sviluppo di questi interventi ponendo strumenti e finanziamenti a disposizione dei Dirigenti Scolastici. In materia di investimenti è quindi fondamentale la presenza del personale ATA che permetta l’apertura delle scuole e il supporto al personale scolastico. Il personale ATA (precario) formato e competente era già a disposizione del Ministero dell’ Istruzione ma purtroppo non c’è stata abbastanza visione politica per creare modalità di stabilizzazione. 

Ci uniamo alle rivendicazioni espresse nella lettera di questa nostra compagna e alle richieste delle sigle sindacali per rinforzare la scuola e trasformarla nel più importante presidio educativo e democratico della nostra Repubblica.


Io, precaria della scuola pubblica italiana

 

Lettera aperta a Officine Civiche APS

Mi chiamo Silvia Razzani e scrivo questa lettera aperta per l’associazione Officine Civiche, ringraziando di avermi dato l’attenzione per parlare della mia situazione, come quella di tanti altri precari della scuola pubblica.
Siamo un gruppo numeroso di persone che cercano di farsi sentire per un diritto sacrosanto che è il lavoro, calpestato dal governo Meloni e dai governi precedenti.
Abbiamo lavorato e ho lavorato, con passione e dedizione, nella scuola nel periodo Covid, per la sicurezza e l’incolumità dei ragazzi e del corpo scolastico.
Ho avuto anche la possibilità di vedere ed essere partecipe alla manifestazione del sindacato USB scuola, per la richiesta di un tavolo tecnico il 10 febbraio 2023.
Con mia gioia eravamo numerosi!!!
Siamo un settore del pubblico impiego, il più sottopagato, non abbiamo ad esempio i buoni pasto, anche perché si pensa ancora che l’attività scolastica venga svolta con orario antimeridiano, invece non è così!
Per un precariato che lascia la scuola senza continuità sia didattica che di sicurezza, la nostra situazione è catastrofica, non penso sia normale che un precario debba aspettare prima di essere internalizzato tra gli 8 e i 10 anni di lavoro non continuativo.
Un organico fisso, inadeguato per numero non può svolgere i suoi compiti come sarebbe necessario. Inoltre, i nostri contratti precari finiscono con l’ultimo giorno di scuola a carico della previdenza scolastica. Per non parlare nella legge 205 del 2017 approvata nella legge di bilancio nel 2018 dal governo Gentiloni. Questa impone il divieto di nomina del personale ATA collaboratore scolastico al di sotto dei 7 giorni di malattia e 30 giorni per l’assistente amministrativo, salvo che il dirigente scolastico si faccia carico della nomina del supplente. In questa situazione così difficile sicuramente a pagare un caro prezzo sono anche i ragazzi diversamente abili che non hanno spesso la giusta attenzione a causa della carenza cronica del personale.

Grazie per la vostra attenzione.
Silvia Razzani