12 Giugno 2018 - Lorenzo Natella - Solidarietà e mutualismo

La Patria è l’Altro: chi non accoglie, la tradisce

In Italia, in questi ultimi giorni, sono state respinte 629 persone, tra cui 123 minori non accompagnati, 15 feriti da ustioni chimiche, 11 bambini piccoli e 7 donne incinte: Sono stati respinti in nome della sovranità, in nome del patriottismo e della tutela degli interessi nazionali. Un gigantesco controsenso, se si pensa che una delle cose per cui andare più orgogliosi del nostro paese era proprio il soccorso in mare. Un controsenso che affonda le sue radici in un nazionalismo ottocentesco sballato e antistorico, che nulla ha a che fare con l’amor patrio e con le basi fondanti della nostra Repubblica: la sua Costituzione e la sua storia antica e recente.

Chi non accoglie, tradisce la Patria. L’Italia ha un’eredità multietnica e meticcia, molto più di ogni altro Stato europeo. Se ne faccia una ragione chi oggi manovra il consenso facendoci credere che gli italiani abbiano una qualche ragione mono-etnica da rivendicare. Non è così, per fortuna, e per questo siamo un grande paese! Perché siamo meticci, siamo creoli, nelle vene di ognuno di noi scorre sangue latino, etrusco, arabo, germanico, longobardo, normanno, slavo, berbero, ecc. Mettete vicini 10 svedesi nati in Svezia prima del boom migratorio, poi mettete vicini 5 italiani nati in Italia nello stesso periodo. Chiamate una persona di un terzo paese e fategli vedere prima gli svedesi: vi dirà che sono tutti connazionali. Poi fategli vedere i cinque italiani: vi dirà che vengono da cinque continenti diversi! Punto primo: non ci sarà mai nessuna sostituzione etnica in Italia, perché non c’è nessuna sola etnia da sostituire! Quindi mantenete la calma amici complottisti, siamo immuni alla “sostituzione etnica” perché ci siamo già troppo mescolati, per essere quelli che siamo oggi, abbiamo gli anticorpi contro ogni piano malvagio!!   

Chi non accoglie, tradisce la Patria. Perché la Costituzione sulla quale il nostro paese si fonda, dice chiaramente che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”. E’ un concetto forte, che sta alla base dell’istituto giuridico della protezione umanitaria: un diritto che è frutto della Costituzione e dunque patrimonio comune di tutti gli italiani. La legge deve stabilire le condizioni dell’accoglienza, con rigore se necessario, ma il punto fermo resta questo: ogni straniero che viene da un paese dove non vigono le stesse tutele garantite dalla nostra straordinaria Carta, può avere diritto all’accoglienza in Italia. La stessa Costituzione dice anche che la sovranità appartiene al popolo, la nostra sovranità è quella popolare, questa parola non è mai nominata in nessun’altra declinazione se non questa. Chi oggi contrappone il concetto di sovranità al concetto di umanità, chi vuole farci credere che la sovranità si esercita contro masse di diseredati e popoli di altri paesi, sta solo svendendo la Costituzione italiana per il proprio tornaconto politico.

Chi non accoglie, tradisce la Patria. La Patria è l’altro, il nostro prossimo, il vicino in difficoltà. Anche per questo è necessario pretendere di non essere lasciati soli a gestire gli arrivi migratori, questo è sacrosanto. La nostra Piccola Patria è l’Italia ma la nostra Patria Grande, piaccia o no, è composta dall’Europa e dal Mediterraneo. Questo a prescindere dalle attuali Istituzioni che governano con obiettivi mercantilisti la coesione dell’Unione (e che comunque sono formate da stati nazionali, non c’è nessuna Bruxelles cattiva se non quella che costruiscono i singoli stati membri). L’Europa deve farsi carico delle vite umane che arrivano da sud e da est, e proprio sulla base dei nostri valori costituzionali noi dobbiamo esigere che l’Europa non lasci da sole l’Italia, la Grecia e gli altri piccoli paesi mediterranei, di fronte a questa emergenza umanitaria. Ma per farlo, per far sentire la nostra voce di italiani, noi non possiamo in alcun modo rifiutarci di aiutare una nave che galleggia in mare senza viveri e in situazioni di fragilità socio-sanitarie! E’ un controsenso che mette in discussione il nostro stesso stare al mondo come Italia. Oltre ad essere una mossa inutilmente disumana. 

L’Italia deve impegnarsi innanzitutto per modificare profondamente il regolamento di Dublino e poi per garantire la libera circolazione in tutta Europa dei lavoratori immigrati, abbattendo i trattati che impediscono a uno straniero di raggiungere il paese che vuole, obbligandolo a restare sul suolo del paese dove arriva e dove viene identificato: quindi sostanzialmente i paesi dell’Europa mediterranea. Forse il Ministro Salvini non vuole cambiare il regolamento di Dublino per non indispettire il suo alleato Orban? (Dalla Grecia molti migranti siriani arriverebbero in Ungheria). Forse il Pd non ne parla per non intralciare troppo gli amici Macron e Merkel? (Moltissimi africani che arrivano in Italia, in realtà, vogliono raggiungere Francia e Germania). A noi, al popolo italiano, dei loro giochi politici deve interessare poco! Queste regole europee vanno cambiate per ridare anzitutto dignità a chi scappa dall’orrore, nel suo paese o durante la traversata in Libia (un disastro targato Minniti) o in alto mare. Ma vanno cambiate anche per dare dignità a tutti noi come europei, per far vedere che sappiamo mettere in atto un principio di solidarietà tra di noi innanzitutto, che non ce ne laviamo le mani gli uni degli altri. La stessa cosa però, per non essere ipocriti, dovremmo farla anche a casa nostra. Oggi trattiamo le periferie delle nostre città nello stesso modo in cui i governi cripto-nazionalisti degli altri paesi europei trattano noi. La gestione dell’accoglienza non può essere esclusivamente a carico della solidarietà dei quartieri poveri, non può essere a carico delle zone rurali impoverite dove i padroni utilizzano il bracciantato straniero a basso costo tagliando ogni diritto e aprendo le strade alla nuova schiavitù. L’Italia, se vuole davvero fare qualcosa per gestire le complessità dell’immigrazione, combatta contro questo modello dentro casa sua! Si facciano leggi giuste per la dignità salariale; si arrestino i caporali e si confischino le terre di chi lascia che siano teatro di tratta schiavista; si applichi al nostro interno un modello di accoglienza diffusa ed equa. 

Quando sentiamo le parole di fuoco di un sindaco di qualche ricco paesino industriale del nordest, che non vuole accogliere una decina di stranieri per motivi ideologici, tutti noi che viviamo in periferia, italiani e non, dovremmo andare da quel sindaco e contestarlo con tutta la nostra forza, perché quello è il peggior nemico del suo popolo! Sono queste le dinamiche malate che non permettono all’Italia di alleviare l’onere dell’accoglienza nelle zone più povere del paese. La solidarietà delle aree popolari è eccezionale, spesso autogestita e ben più dignitosa di quella dello Stato, un’accoglienza che si fa carico dei più deboli mentre altri che avrebbero i mezzi si rifiutano di farlo. La vera Patria non è quella che spara a Soumalia Sacko, ma quella che scende in piazza accanto ai suoi compagni. Una solidarietà degna di chi ama il paese, uno schiaffo in faccia ai propagatori d’odio con il culo al caldo e le rendite al sole. Ma questo non può essere un alibi né per lo Stato né per chi governa il proprio piccolo orticello. La solidarietà tra italiani, i primi a non applicarla sono proprio i leghisti e tutti gli “sceriffi” che non vogliono farsi carico delle proprie responsabilità di amministratori. Sono loro, lo sono sempre stati, i peggiori traditori della Patria.