6 Dicembre 2019 - Luciano Zerega - Divulgazione

Da sotto al confine all’utopia concreta 

Il 2019 sta per finire, si conclude un anno travagliato, pieno di contraddizioni e novità che ci hanno fatto saltare sulla sedia chiedendoci se i canoni, criteri e sistemi del ‘900 siano ancora attuabili. Tra queste novità, bisogna evidenziare l’esperienza del popolo curdo in Siria del Nord-est. Cosa è accaduto:

Nel 2012, nel corso della cruenta guerra civile siriana, le forze governative si trovarono costrette a ritirarsi da tre aree abitate in prevalenza dalla minoranza curda, lasciando il controllo territoriale alle milizie curde dell’Unità di Protezione Popolare (YPG). S’istituiscono così, con il Partito dell’Unione Democratica (PYD), il Comitato Supremo Curdo (Dbk) e il Consiglio Nazionale Curdo (CNC). Nel gennaio del 2014, i cantoni di Afrin, Jazira (Cizîrê) e Kobanê dichiarano la propria autonomia e, successivamente, viene approvato il Contratto Sociale del Rojava. Nel 2014, l’aeronautica militare turca inizia i bombardamenti sulla regione, con l’intento d’impedire la formazione di una forte presenza militare curda direttamente a sud del confine con la Turchia. Il 17 marzo del 2016, a una conferenza del TEV-DEM (Movimento per una Società Democratica) a Rmelan, ufficiali curdi, arabi, assiri e turcomanni proclamarono la nascita, nei territori da loro controllati, della Federazione Democratica del Rojava – Siria del Nord. Il 9 ottobre 2019 le forze armate turche, in collaborazione con delle milizie dell’opposizione siriana, hanno incominciato un’offensiva denominata “Sorgente di pace” nel territorio settentrionale della Federazione, con l’obiettivo di costituire una zona-cuscinetto larga 30 chilometri tra la Turchia e la Siria.

Questo è quanto è accaduto riassunto in poche righe, raccogliendo le informazioni più importanti. Nell’importanza dell’esperienza curda, dal punto di vista politico, dovremmo guardare attentamente alle parole federazione Democratica del Rojava e Contratto Sociale del Rojava, in quanto, sono le novità. 

Cos’è una federazione e cos’è un contratto sociale: 

La federazione è una forma di Stato in cui i poteri sovrani sono suddivisi con un sistema di divisione, che permette agli Stati membri di conservare una parte della propria sovranità (autonomia). Tuttavia, affinché uno stato si possa definire tale c’è bisogno della nascita di una Costituzione, la quale in questo caso non esiste, ma esiste il Contratto Sociale del Rojava, il quale a livello di diritto internazionale ha validità come carta costituente della federazione democratica del Rojava – Siria del Nord, ma realmente è un atto di volontaria adesione il quale organizza i territori secondo il confederalismo democratico, che non è altro che una piattaforma politico-sociale sviluppata da Abdullah Öcalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), sulle basi del municipalismo e dell’ecologia sociale. Come dice Öcalan “una amministrazione politica non statale o una democrazia senza stato”. 

Come funziona il “confederalismo democratico”: 

Il modello funziona seguendo la rappresentanza dal basso, partendo da organizzazioni in “comune” di 150 famiglie, le quali hanno una rappresentanza femminile all’incirca del 40%, con rappresentanti, di genere maschile e femminile. Questo ha permesso l’abbattimento del sistema patriarcale, in quanto l’uomo deve confrontarsi da pari con la donna. Ogni livello di rappresentanza funziona con un meccanismo simile, fino a costituire organi superiori collegiali che seguono la stessa logica di rappresentanza ed interazione di genere. Questo tipo di organizzazione lascia autonomia decisionale agli organi collegiali delle “comune”, le quali risolvono anche diatribe legali, a tal punto che soltanto il 30% delle cause legali discusse arrivano ai tribunali. 

Dal punto di vista lavorativo sono nate cooperative, le quali si organizzano in territori e si occupano dell’articolazione della giornata lavorativa e di una concezione di lavoro che non mira al profitto, ma alla sostenibilità economica dei lavoratori e della comunità. Inoltre, l’emancipazione femminile ha permesso la costruzione di cittadine dove possono istruirsi ed addestrarsi militarmente, per contribuire alla lotta militare e culturale. E’ emblematico come l’organizzazione delle donne stia generando un progresso sociale a tal punto da poter cambiare certi paradigmi ideologici, accogliendo etnie e religioni diverse, dentro strutture comuni per contribuire a questo nuovo progetto politico-sociale. 

Questione internazionale: 

Attualmente, questo tipo di progetto si trova in un contesto internazionale dove la Turchia sta attaccando il territorio della Siria Nord-Est anche insieme a mercenari dello Stato Islamico (ISIS) per poter eliminare la presenza curda nel territorio di loro interesse. Gli Stati Uniti in una presa di posizione isolazionista, hanno permesso l’avanzata dell’esercito turco, ma non lasciano che l’area di interesse petrolifera cada in mano a nessun’altra potenza. Nel frattempo, la Federazione Democratica del Rojava si sta coordinando con il governo di Assad, sostenuto dalla Russia, per poter riuscire a riprendere il controllo delle aree ancora sotto l’influenza dei terroristi dell’ISIS. Lo scopo di coordinamento con il governo di Assad è strategico, in quanto si aspetta alla fine del conflitto di mettersi in un tavolo di dialogo con lo Stato Siriano. 

Quest’anno, non sappiamo come finiranno le cose né tantomeno cosa succederà nel futuro, ma una cosa è sicura, l’esperienza curda è un esperimento politico-sociale a cui dovremmo guardare attentamente, per apprendere ciò che ci può servire un domani per far progredire la nostra società.

 

fonte immagine: https://en.wikipedia.org/wiki/Syrian_Civil_War#/media/File:Syrian_Civil_War_map.svg