22 Ottobre 2020 - Roberto Paris - Divulgazione

Election Day for dummies: 1# Quel maledetto martedì

Le elezioni del Presidente degli Usa, per i nerd della politica come me, sono come una grande festa. Ogni 4 anni le aspetto con grande trepidazione nemmeno fossero la 13esima prima di Natale.

Sono sempre stato attratto dalle elezioni ma ad essere sinceri ho sempre capito poco del loro reale funzionamento, quindi vorrei proporre una serie di articoli per spiegare alcuni aspetti, prendetela come una sorta di rubrica “Elezioni USA for Dummies” per intenderci, e provare insieme a capire come arrivare al 3 novembre preparati.

Inizio subito col dirvi che tutto questo è un percorso che ci porterà dritti al 20 gennaio, così giusto per confondere un po’ le idee, quando ci sarà l’inaugurazione ufficiale della nuova presidenza. Quindi perché si parla di Election Day martedì 3 novembre? Da qui iniziamo il nostro piccolo racconto.

Non so se lo sapete ma negli USA c’è un unico giorno dedicato alle elezioni del nuovo Presidente ed è appunto il primo martedì di novembre, anzi per legge è il martedì successivo al primo lunedì del mese, chiamato appunto Election Day, questo perché gli USA oltre ad essere molto moderni sono soprattutto ultra tradizionalisti. Un po’ come vostra madre che ha imparato ad usare alla perfezione i messaggi vocali di whatsapp ma a Natale non rinuncerebbe mai alla messa della vigilia. Ovviamente per noi europei abituati a votare nel week-end suona tutto tanto strano la scelta del giorno e del mese. Per quale assurdo motivo di martedì?
Ora immaginate quello che segue con la musica di sottofondo di SuperQuark.

Questa è una storia di contadini e indipendenza.

Tutto parte dai padri fondatori, ovviamente vi risparmio tutta la storia degli inglesi scappati sulla MayFlower, bisogna tenere presente che gli Stati Uniti sono nati come un paese sostanzialmente rurale, dove i ritmi della giornata e della vita erano scanditi da quelli dei campi. La scelta del mese di novembre è relativa proprio a questo, era il periodo appena successivo al raccolto autunnale, e appena prima che la neve e il ghiaccio facessero chiudere le strade in molte zone del paese.

Essendo i primi pellegrini estremamente religiosi, si escluse subito il week-end, perché dal venerdì alla domenica erano i giorni dedicati a Dio e alla preghiera. Si viveva di raccolto, di quello che si coltivava e di quello che si riusciva a vendere, quindi si esclude anche il mercoledì perché tradizionalmente era giorno di mercato in quasi tutte le città.

Si scelse il martedì quindi, immaginate anche che dalla campagna per arrivare in città a votare con un carretto trainato da cavalli ci voleva perlomeno un giorno e quindi via anche il lunedì. In pratica si votava il martedì mattina e si tornava subito indietro per prepararsi al mercato del giorno successivo. Insomma i secoli passano, ci si evolve, i carretti vengono sostituiti da SUV sempre più grandi e inquinanti e il week-end ci si dedica agli amici, alle feste e al BBQ. L’unica cosa che non è mai cambiata è quel maledetto martedì.

Alcuni infatti pensano che la colpa della poca affluenza negli ultimi anni sia data proprio dalla scelta del giorno, se per molti è festivo per altri è un normale giorno lavorativo, dove se vuoi andare a votare devi prendere un giorno di ferie o nei casi più comuni andare prima o dopo l’orario lavorativo, dove c’è ovviamente più affluenza, cosa che può scoraggiare qualcuno ad andare a votare.

Fine musica di Super Quark.

Arriviamo ad oggi, dove il grande scontro tra il sempre più Repubblicano Trump e il Democratico moderato Biden, si terrà martedì 3 novembre. 

Quindi finalmente gli americani potranno votare il loro Presidente, direte voi. 

No, l’elezione del Presidente degli Stati Uniti, contrariamente a quanto avviene in altre repubbliche presidenziali, non è direttamente espressa dai cittadini. L’aspetto peculiare del sistema americano, infatti, consiste nell’elezione di un’assemblea ad hoc, il cui compito sarà, a sua volta, quello di nominare il Presidente. 

Ed è qui entrano in campo gli ormai sempre più famosi “Grandi Elettori”. Che non hanno niente a che fare con l’annoso problema della popolazione in sovrappeso, ma stiamo parlando del United States Electoral College, un’assemblea di 538 membri che ha il solo scopo di eleggere il Presidente.

Ma di loro vi parlerò la prossima volta.