6 Febbraio 2016 - Silvia Babolin - Divulgazione

Non si tagliano i diritti delle donne

Nella giornata del 6 febbraio, la comunità internazionale celebra la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, istituita nel 2012, per incoraggiare i governi ad intraprendere azioni concrete di contrasto e di sensibilizzazione delle popolazioni che compiono tale pratica. La mutilazione viene praticata in maniera rituale sulle bambine, in quanto rappresenta una forma simbolica ma anche materiale del passaggio definitivo della ragazza dall’età della fanciullezza a quella adulta, quindi in età di matrimonio, e favorirebbe quindi la coesione nella comunità. 

Oltre alla violenza della pratica, le conseguenze sanitarie e psichiche della mutilazione sulle giovani donne sono drammatiche: dalle emorragie al dolore acuto durante la cerimonia, alle infezioni che possono subentrare, alle difficoltà nello svolgere un qualsiasi lavoro provocate dalla cicatrice, fino alla conseguenza più estrema, la morte. In alcuni casi, la mutilazione viene perpetrata anche per tutta la vita delle donne, ogni qual volta che il marito si allontana da casa, al fine di controllarne la fedeltà coniugale.

La prima forma di contrasto contro questa pratica è l’unione tra l’istruzione delle bambine e l’educazione delle famiglie, che possono imparare a non temere l’indipendenza culturale e fisica delle figlie, a risparmiare le future generazioni da una pratica che ruba ogni anno la possibilità di una crescita sana dal punto di vista fisico, psichico e sociale a oltre 200 milioni di donne in tutto il mondo. Per questo crediamo che giornate come questa possano avere innanzitutto l’occasione di tirare fuori dal silenzio una tale violazione dei diritti umani, poi il nostro auspicio è rivolto verso la mobilitazione della comunità internazionale, affinché la pratica della mutilazione genitale femminile venga vietata e punita in tutto il mondo e vi sia la possibilità di contribuire, politicamente ed economicamente a favorire l’istruzione globale e colmare il gap di genere, due dei Million Developement Goals, gli 8 obiettivi che tutti i 193 stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere per l’anno 2015.

A questo link i dati di Unicef sulle mutilazioni genitali femminili.