15 Marzo 2017 - Redazione - Divulgazione

RibellArti fa festa per lanciare la liberazione degli spazi della Città

La Città Pubblica sta sparendo, pezzo dopo pezzo, mentre si attua l’esclusione sociale dei cittadini. Il luogo che sta nascendo è cemento o merce da mettere a rendita, un ghetto privo di regole. La nostra città è in vendita: Tutto ciò che è pubblico, che appartiene a ognuno di noi e dunque a tutti quanti, viene privatizzato. 

Registriamo l’assenza di spazi pubblici liberamente fruibili e condivisi dai cittadini, sia per attività culturali che sociali. Al contrario osserviamo l’inesorabile smantellamento di beni, servizi e spazi urbani a beneficio esclusivo del profitto privato. In particolar modo, ci appare lampante una contraddizione che caratterizza il nostro territorio: Se da una parte siamo il primo comune di tutta l’area metropolitana di Roma per tasso di consumo di suolo, con il 42% circa di suolo “occupato” dalla cementificazione, dall’altra parte questo processo ha provocato il deterioramento del bene collettivo e la diminuzione dei servizi. Ogni metro cubo di suolo consumato è servito esclusivamente a creare periferie anonime, non-luoghi che hanno sottratto ai cittadini gli spazi pubblici e fruibili, invece che aumentarli. Un esempio chiave è la resa incondizionata del soggetto pubblico – il Comune e la Regione in primis – nella vicenda IGDO, luogo cardine per la memoria della nostra comunità, che viene assegnato al privato di turno per una cifra irrisoria, nonostante la mobilitazione dei cittadini che è stata ignorata totalmente dalle istituzioni. 

Di fatto ogni scelta che l’Amministrazione comunale porta avanti è dettata da una visione che mette al centro sempre e comunque il mercato, il soggetto privato, e impedisce una riqualificazione e una pianificazione urbana in grado di garantire i diritti e soddisfare le esigenze, concrete e ideali, di noi cittadini. 
Sappiamo bene che questo operato non è dettato solo dall’incapacità della classe politica locale di ipotizzare e praticare un’alternativa, magari inserendosi nei percorsi che diverse città “Ribelli” stanno provando a portare avanti in Italia e in Europa. Sappiamo bene che dietro la messa a rendita delle città ci sono gli interessi del Capitale di fare profitto sulla Città e i suoi spazi, senza ridistribuire gli utili sotto forma di servizi accessibili alla cittadinanza.
Non possiamo che opporci a queste scelte, provando a costruire una seria alternativa e percorrere strade diverse per provare a immaginare, creare e liberare gli spazi pubblici della nostra Città. 

Per tutti questi motivi, come movimento nato da queste esigenze, chiediamo: 

  • La fine dei lavori del Teatro comunale, la sua apertura (inaugurato due anni fa!!) e la possibilità che sia usato dalle compagnie del territorio. 
  • Un centro per la musica dal vivo, adibito a scuola di musica e sala prove; una sala cinematografica pubblica; una biblioteca che possa accogliere un numero molto maggiore di volumi e di studenti. 
  • Un progetto di riqualificazione degli spazi abbandonati, affinché diventino spazi associativi, ricreativi, ad uso sociale. 
  • La creazione di un’area verde pubblica, un parco archeologico e un polo museale all’interno del Muro dei Francesi, nell’area del cosiddetto “Parco dei casali”.  

Nello specifico, facciamo appello alle istituzioni del territorio affinché venga seriamente e concretamente valutata l’ipotesi di riqualificare uno dei tanti beni immobili e/o spazi comunali in stato di abbandono o semplicemente chiusi, per dare vita ad un centro polifunzionale per le associazioni e i privati cittadini che hanno la voglia, le capacità e la necessità di utilizzare uno spazio pubblico per attività culturali e sociali, portando avanti una gestione autonoma, condivisa, partecipata e trasparente di tale spazio. Pensiamo in particolare a luoghi fisici della nostra Città, alcuni di essi già in passato oggetto di idee (mai attuate) di rigenerazione urbana in un’ottica di fruibilità collettiva:

  • Gli spazi pertinenti alla villetta interna di Parco Aldo Moro, che in passato hanno ospitato associazioni e attività, oggi in stato di abbandono e degrado.
  • I piani superiori e gli spazi inutilizzati del Casale dei Monaci, ristrutturato negli anni ‘90 con lo scopo di ospitare attività pubbliche e oggi in grandissima parte inaccessibile.
  • Gli spazi interni agibili nel complesso della ex biblioteca, che ancora oggi resta chiusa e le cui attività sono relegate in uno spazio provvisorio dopo anni.   
  • Il patrimonio immobiliare sequestrato alla malavita sul territorio di Ciampino, che ad oggi risulta essere presente con 7 beni immobili. 
  • Il complesso dell’IGDO, oggi in mano ai privati, ma ancora fondamentale per una reale rigenerazione del centro cittadino. 
  • Gli immobili abbandonati interni alle aree verdi pubbliche di via Bruxelles.

Per lanciare le nostre proposte e provare a immaginare, progettare e liberare spazi pubblici e collettivi a Ciampino, RibellArti vi invita alla festa #UrbanSpringParty, sabato 18 marzo dalle ore 18.30, nel Casale dei Monaci in via Melvin Jones. L’inizio di una primavera di partecipazione e di lotte per la nostra città, che necessita di una rinascita a partire dal suo tessuto urbano e dal suo bisogno di cultura e di bellezza.
Saranno con noi tante band del territorio, mostreremo alcune foto degli spazi urbani realizzate da giovani fotografi e ascolteremo le esigenze e i bisogni di chi vive e lavora di cultura, arte e socialità nella nostra città.