5 Ottobre 2015 - Redazione - Beni Comuni e Territorio

Urbanistica e brutte figure: la 167 di Mura dei Francesi e il piano integrato di V. Reverberi

Mentre attendiamo sempre speranzosi buone notizie dall’amministrazione comunale, fatti e scelte compiuti nell’estate che se ne è appena andata ci hanno lasciato la bocca amara. Il 10 luglio la Soprintendenza del Lazio ha esteso il vincolo per la tutela archeologica a tutta l’area dove doveva sorgere la 167 di Mura dei Francesi. Hanno vinto le buone ragioni di chi ha sempre sostenuto la necessità di valorizzare integralmente il sito nel quale è stata ritrovata, dopo duemila anni, la villa del console Valerio Messalla Corvino con il gruppo scultoreo delle niobidi. Quindi non si costruiranno le palazzine in un luogo che dovrebbe essere destinato a parco archeologico e che potrebbe rappresentare una svolta per il rilancio della nostra città. Tutto bene quindi? No, perchè non possiamo dimenticare l’ostinazione con la quale il Sindaco uscente facente funzioni, e quello entrante e attuale, si sono opposti a qualsiasi forma di salvaguardia dell’area, facendo ricorso al precedente e più limitato vincolo e ponendo la Giunta di Ciampino in contrasto non solo con cittadini e movimenti, ma anche con le autorità preposte alla difesa del patrimonio storico e culturale, che un Comune dovrebbe sentire il dovere di sostenere.
Non abbiamo ascoltato una parola di autocritica e non ci è dato di sapere come l’ amministrazione comunale intenda uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciata per risolvere il contenzioso, molto oneroso, con cooperative ed assegnatari e quindi per non pregiudicare l’acquisizione al patrimonio pubblico delle aree cedute dai proprietari.

Poi il 30 luglio scorso, assenti il Sindaco e l’assessore all’urbanistica, presenti solo dodici consiglieri della maggioranza, con il supporto di due intransigenti oppositori, è stata approvata una delibera che prefigura gravi  conseguenze sul nostro territorio. Si tratta del piano integrato via Reverberi – via L. Romana, con il quale viene modificato il Prg per consentire a un soggetto privato di realizzare 12.492 mc residenziali a’ la carte senza un bando pubblico e una qualsiasi idea di sviluppo. Viene affossata la zona G4 di viale Kennedy con la quale si prevedeva di costruire, in un’area di 12,7 ettari e attraverso  un programma di attuazione, strutture per il commercio e i servizi con indice di edificabilità 0,6 mc/mq (di cui solo il 7%  residenziale); a favore del pubblico dovevano poi essere realizzate varie opere di urbanizzazione e un parco di 50.000 mq. Finora nessuno dei proprietari dell’area ha mai potuto concludere nulla, prima per il fatto che non c’è stata  intesa fra loro per costituire il consorzio, e dopo, ormai da 6 anni, per inadempienza del Comune. Per un fortunato proprietario di 18.421 mq però si spalancano porte e finestre. Se con la vecchia destinazione di piano, e solo attraverso il consorzio, nella sua proprietà potevano realizzarsi 773 mc residenziali, con la delibera del piano integrato i metri cubi per costruire appartamenti diventano oltre 12 mila! A favore del privato viene ceduta anche la capacità edificatoria di via Spada che è di proprietà del Comune e quindi  dei cittadini di Ciampino: 2947 metri cubi che, stando ai criteri di stima dei tecnici dell’ufficio urbanistica, valgono 507.000 euro.

Il fatto è così abnorme che non può essere giustificato con una risibile contropartita e con la volontà di chiudere un contenzioso che nel 2012, per effetto di una sentenza del Tribunale che è stata disattesa, poteva essere risolto con un importo inferiore alle 200 mila euro. Tra l’altro Il rischio che la delibera potrà essere usata come un grimaldello per forzare la programmazione del territorio è molto concreto. Applicando gli stessi parametri adottati per il piano di via Reverberi, su tutto il comparto G4 di viale Kennedy avremmo un aumento  della capacità edificatoria complessiva da 76.000 a 130.000 metri cubi,  dell’edilizia residenziale da 5.300 a 80.000 metri cubi: con tanti saluti al parco pubblico e alla possibilità di riqualificare il terziario come leva per l’economia e l’occupazione. Eppure il programma del Sindaco, poco più di un anno fa, prevedeva l’attuazione del Prg e l’ ampliamento della dotazione dei servizi.
Ci sono tutte le condizioni per chiedere alla Regione di bloccare questa delibera che non ha niente a che fare con lo strumento del piano integrato e che può condizionare pesantemente il futuro di Ciampino. Comunque un ripensamento dell’amministrazione comunale, con un’ annullamento della delibera per autotutela, sarebbe una buona notizia. Decisioni così gravi non possono essere assunte con blitz estivi:  è giusto pretendere che ognuno ci metta la propria faccia. Attendiamo fiduciosi.