14 Marzo 2017 - Guglielmo Abbondati - Beni Comuni e Territorio

Aria avvelenata, a che punto siamo?

Ciampino vive da molto tempo con una diversità di fonti d’inquinamento, che compromettono  la qualità dell’ambiente e della salute dei suoi abitanti. PM10 (Polveri sottili), NO2 (Biossido di Azoto), Rn (Gas radon),  CO2 (Anidride carbonica), VOC (composti organici volatili), Db (Decibel), Diossine sono soltanto alcuni degli inquinanti di cui si apprezza una significativa concentrazione. Le diverse attività di monitoraggio succedutesi nel tempo sono risultate fondamentali per conoscere le diverse fonti emissive presenti nel territorio.

Innanzitutto il traffico veicolare. I dati pubblicati recentemente dall’Ufficio Metropolitano di Statistica dicono che Ciampino è la città dei castelli romani che vanta la più alta densità di veicoli per kmq, ben 2224,14, con numeri d’immatricolazione in costante crescita. 160mila circa veicoli/giorno transitano sul debole sistema della viabilità comunale.

C’è poi l’attività aerea dell’Aeroporto Pastine, da anni al centro di un costante sviluppo in coincidenza con la crescita dell’attività commerciale legata ai vettori lowcost. L’ultimo rapporto Arpa Lazio 2015 sul Rumore aeroportuale rileva la presenza di 1.734 residenti in aree intorno allo scalo aereo nelle quali l’indicatore LVA supera il 65 dBA e dove la legge non consente destinazioni  d’uso residenziali. Una situazione conclamata fuori legge.  Ma le attività aeroportuali hanno un’influenza anche sui livelli di qualità dell’aria nelle immediate vicinanze della stazione. Periodici picchi largamente superiori alla variabilità tipica dei siti urbani influenzati dal traffico auto veicolare, sono stati osservati in corrispondenza di movimenti aerei,  con concentrazioni di particelle ultrafini generate dalla combustione durante le fasi di decollo ed atterraggio.

Non meno significativo il contributo dovuto al riscaldamento domestico, che assume una forte rilevanza lì dove si continuano ad utilizzare sistemi di produzione alimentati a biomassa legnosa e combustibili fossili, come olio combustibile o gasolio. Non è un caso che il periodo di maggior concentrazione degli inquinanti e dei superamenti dei valori limite si riscontrano nel periodo autunno – invernale, quando l’apporto dovuto alla climatizzazione degli edifici è maggiormente apprezzabile.

Da ultimo il fenomeno dei roghi tossici che interessa il campo rom della Barbuta, utilizzato come discarica e sito di sversamento illegale dei rifiuti da parte di un vasto sistema criminale che opera nell’area romana e che ha nelle baraccopoli intorno alla capitale una rete di zone franche dove poter agire impunemente.

Alla fine del 2009 la Regione Lazio ha adottato il Piano di Risanamento della Qualità dell’aria stabilendo norme tese ad evitare, prevenire e ridurre gli effetti dannosi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso, determinati dalla dispersione degli inquinanti in atmosfera. Le azioni e le misure contenute nel Piano erano direttamente volte a riportare o contenere entro i valori limite detti inquinanti. Contestualmente all’approvazione del Piano venne operata una prima classificazione del territorio regionale ai fini della qualità dell’aria ambiente, dalla quale il Comune di Ciampino risultava ricompreso nella zona B, ossia tra i Comuni in classe 2, dove era accertato l’effettivo superamento o l’elevato rischio di superamento del limite per almeno un inquinante, nel caso specifico il PM10.

Per tali Comuni erano previste da subito l’adozione di alcune misure di limitazione al traffico veicolare, come il blocco dei veicoli più inquinanti (Euro 0 – 1 benzina ed Euro 1 – 2 diesel e precedenti) nei giorni feriali e il blocco totale dei ciclomotori e motoveicoli più inquinanti e provvedimenti di carattere emergenziali da assumere nel caso di superamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti. Dalle domeniche ecologiche, alle targhe alterne, al blocco parziale o totale della circolazione, alla limitazione del tempo di funzionamento e delle temperature del riscaldamento degli edifici. Poco o nulla è stato fatto, fino al Febbraio 2014 quando con una Delibera della Giunta comunale furono determinate azioni e misure precise da adottare nel caso di comprovate situazioni d’emergenza.

Nel Settembre del 2016 la Regione Lazio ha provveduto ad una nuova classificazione del territorio regionale, in base ai risultati degli studi modellistici ed ai monitoraggi eseguiti da Arpa Lazio sulla qualità dell’aria nel quinquennio 2011-2015, dalla quale il Comune di Ciampino è stato ricompreso tra quelli in Classe 1, ossia con più elevato grado d’inquinamento atmosferico determinato dai superamenti dei limiti di legge degli inquinanti in tre degli ultimi cinque anni. Al superamento dei livelli di PM10 si è aggiunto ora anche quello del NO2. La Direzione Regionale Ambiente e Sistemi naturali a metà dell’ottobre scorso ha provveduto ad informare il Comune di Ciampino della nuova situazione critica, richiamando l’Amministrazione all’assunzione di una serie di misure e provvedimenti più restrittivi, con modalità di progressiva attuazione in relazione al persistere o all’aggravarsi delle condizioni d’inquinamento e alla necessità di predisporre un Piano di Intervento Operativo (PIO) comunale. Successivamente in Dicembre è stata trasmessa una circolare con le Prescrizioni per la predisposizione del PIO, nelle more del quale all’Amministrazione è stato indicata la necessità di adottare, senza interruzione durante il periodo invernale, 15 ottobre – 31 marzo, una serie d’interventi puntuali.

Informazione dei cittadini, con continua e tempestiva diffusione delle comunicazioni  relative alla qualità dell’aria, con raccomandazioni indirizzate alle fasce più deboli della popolazione. Predisposizione di adeguata modalità di trasferimento degli alunni delle scuole, in modo da evitare quanto più possibile la concentrazione dei veicoli privati nelle aree limitrofe ai plessi. Divieto di combustione all’aperto. Divieto di utilizzo di biomasse legnose in apparecchi per il riscaldamento privi di sistema di abbattimento al camino. Fluidificazione del traffico e sincronizzazione semaforica. Solo per citarne alcuni.

Ma l’Amministrazione, troppo impegnata nel rimpasto di giunta, sembra non essersi accorta di nulla, vista la totale assenza di provvedimenti in merito, se  non  un paio di giorni a targhe alterne per veicoli più inquinanti a fine anno.  Il Sindaco e il neo Assessore all’Ambiente (la notizia è che dopo due anni e mezzo sembra né abbiamo uno!!!) la scorsa settimana hanno reso noto di aver approvato in Giunta nuove disposizioni in materia di qualità dell’aria, che però avranno effetto a partire dall’inverno prossimo. Le misure che adotteremo, ci tiene a precisare il primo cittadino, saranno oggetto di un confronto con la Regione, che inizierà il prossimo 15 marzo, nel quale chiederemo di tener conto anche delle questioni relative ad altre fonti inquinanti, quali aeroporto e campo nomadi. Peccato però che l’Amministrazione comunale sia l’unica a non aver  scritto un rigo di osservazioni tecniche sullo  Studio d’Impatto Ambientale al Piano di sviluppo dello scalo Pastine in corso di valutazione al Ministero dell’Ambiente, evidenziando quale carico di inquinamento atmosferico determina l’apporto dell’attività aerea, anche la notte!!!

La politica della Giunta comunale in materia ambientale sembra dunque sposare a pieno l’inclinazione al benaltrismo, molto in voga sui social. Inquina più l’aeroporto. No, inquinano molto di più le macchine. E allora i roghi appiccati dai rom? Allora il GRA? Tante risposte, nessuna risposta.
Il Sindaco e gli Assessori possono essere più o meno sensibili o capaci, non è questo il punto.  Ma quello che certamente non può essere ammesso è che ci si possa sottrarre da precisi obblighi amministrativi, di cui si presuppone la necessità per la tutela della salute pubblica. Su questo il 4 marzo i cittadini hanno detto con voce forte e chiara come la pensano e c’è da sperare,  come accaduto sulla vicenda del forno crematorio, che questa comunità cresca sempre più nella consapevolezza che i diritti alla salute e all’ambiente, se non tutelati e garantiti dalle istituzioni, vanno difesi in prima persona dalla comunità che vive ed abita questo territorio.